Conferenza 7 Ottobre 2015 – Abstract e Bio degli Oratori

Adriano Autino, Space Renaissance International

Sviluppo dell’astronautica civile e del turismo spaziale, industrializzazione dello spazio geo-lunare, prospettiva di crescita economica e civile senza precedenti

Alla civiltà industriale dobbiamo tutto quanto di più culturalmente ed eticamente avanzato esiste nel mondo: i sistemi di istruzione e sanitari di massa, e, soprattutto, la dignità individuale portata del lavoro, che ha permesso un progresso senza precedenti della morale e dei diritti umani, perlomeno nei paesi che hanno vissuto la rivoluzione industriale, e l’aspirazione a tali valori negli altri paesi, grazie all’informazione ormai globalizzata. Tuttavia la civiltà industriale non ha dato e non sta dando buona prova di sè, come testimoniato dalla recente scoperta delle malefatte delle case automobilistiche, in materia di emissioni inquinanti dei motori diesel. È quindi estremamente urgente un ripensamento globale degli indirizzi strategici. Sette miliardi e mezzo di terrestri, e le altre specie abitanti il nostro pianeta (seppure inconsapevoli) non possono più basare la propria esistenza e diritto al futuro sul modello di “evoluzionismo sociale”, che si è rivelato senza possibilità di appello premiante per i più furbi ed i più arroganti, e non per i più intelligenti. Questo stato di cose mette a grave rischio le stesse possibilità di crescita ed evoluzione della civiltà: evidentemente l’interesse dei più forti e dei più furbi rischia ormai di portare la civiltà in un baratro. Le elite intellettuali più avanzate del nostro mondo globalizzato devono rendersi conto che occorre ormai una governance più matura, più consapevole dei rischi globali e delle possibili contromisure, più scientifica e tecnocratica che affaristica, che aiuti il mercato a prendere le direzioni giuste, e riduca il potere dei monopoli che sono di ostacolo al progresso della civiltà. Qualche esempio: da quando sarebbe disponibile la tecnologia dell’idrogeno, come propulsione terrestre? Da almeno 50 anni. Da quanto tempo sarebbe realizzabile un veicolo orbitale completamente riutilizzabile, a basso costo? Da almeno 40 anni. Invece abbiamo ancora i motori a benzina e diesel per il trasporto terrestre, ed i razzi spendibili per il trasporto spaziale. La civiltà, per continuare a svilupparsi e progredire, necessita dello sviluppo industriale e di poter accedere alle risorse del sistema solare. Lo sviluppo industriale, e l’economia globale, per sopravvivere, necessitano di nuove filiere: trasporti terrestri non inquinanti e trasporti spaziali a basso costo, fattori determinanti per la crescita del turismo spaziale, l’industrializzazione dello spazio geo-lunare, per aprire la frontiera alta, e rilanciare lo sviluppo economico, sociale e culturale a livelli mai sperimentati prima. Vista in questa prospettiva, la nostra specie è una specie tuttaltro che in declino, è anzi molto giovane: appena un embrione della civiltà solare, che sta per nascere, nel contesto di risorse virtualmente infinite del sistema solare e della circostante nube di Oort…

Bio

Adriano Autino è fondatore e presidente della Space Renaissance Initiative, dal 2010 Space Renaissance International (SRI), un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro, che unisce organizzazioni pro-space ed imprese private, che condividono l’intento di favorire l’apertura della frontiera spaziale. I temi principali: accesso allo spazio a basso costo, turismo spaziale, industrializzazione dello spazio geo’lunare, energia solare basato spaziale, utilizzo degli asteroidi vicini alla Terra, rivoluzione della space economy. Insieme a Patrick Collins, Michael Martin-Smith ed altri amici, ha concepito i concetti di base della Space Renaissance, ed ha scritto la maggior parte dei documenti fondanti. Dopo il 2012, SRI ha adottato una strategia basata sulla creazione di chapter nazionali, in tutti i paesi dove vi sono sostenitori. Autino ha ottenuto il suo Diploma in Elettronica Industriale nel 1969, ed ha studiato Informatica presso l’Università degli Studi di Torino. La sua vita professionale inizia nel 1971, come progettista di software diagnostico e test engineering presso la Honeywell Information Systems Italia. Nel 1984 entra a far parte di Sysdata CAP Gemini, dove serve come project manager fino al 1991. Dopo diversi anni di attività come consulente, nel 2000 ha fondato Andromeda srl, attiva principalmente nei settori dell’automazione real-time e del system engineering. La insaziabile curiosità e desiderio di impegnarsi in campi di frontiera lo ha portato ad operare in diversi settori industriali, di ricerca ed infrastrutturali (grandi opere, autostrade, tunnel, ferrovie), con prevalenza dell’ambiente aerospaziale.

 

Enrico Dini, D-Shape

Le tecnologie di stampa 3D per la costruzione del primo villaggio Lunare, nel 2020

La tecnologia di stampa 3D per edilizia, sviluppata nel corso degli ultimi vent’anni, ormai largamente utilizzata in architettura, si rivela decisamente utile per programmi di insediamento su corpi celesti come la Luna e Marte. Le capacità di cementare materiali inerti (sabbie) utilizzando una speciale tecnica di agglomerazione, è particolarmente adatta per l’utilizzo di risorse in-situ, per la costruzione di moduli abitativi. In ambienti privi di atmosfera, pareti di spessore adeguato stampate in 3D, assicurano una protezione contro le radiazioni ed i micrometeoriti, pari a quella di una caverna sotterranea. La costruzione 3D richiede un minor dispendio energetico ed apparecchiature più leggera, a condizione che vi sia disponibilità di acqua. Va inoltre considerato che le caratteristiche delle rocce sotterranee Lunari sono molto meno note, rispetto a quelle della sua superficie sabbiosa e del materiale utilizzabile per la costruzione, la regolite. Il consorzio industriale costituito da Alta SpA (ora Sitael SpA), D-Shape, Foster + Partners e Scuola Superiore Sant’Anna, ha svolto, nel 2010 per conto dell’ESA, un’attività sperimentale del concetto di stampa 3D in condizioni di vuoto, per la costruzione di habitat utilizzando regolite lunare. Una sezione di muro del futuro avamposto lunare è stato prodotto in scala reale, utilizzando la stampante D_SHAPE e il simulante della regolite. Lo stesso consorzio si avvia ora a sviluppare un primo protipo del 3DPrinter-Robot e ad eseguire una costruzione simulata completa del modulo abitativo lunare, nel contesto del programma ESA Moon 2020-2030.

Bio

Nato a Pontedera nel 1962, si è laureato a Pisa in Ingegneria Civile. Ha trascorso tutta la sua carriera lavorativa nei settori della meccanica dell’automazione e della robotica, realizzando un gran numero di prototipi. Collabora con lo studio di architettura Foster&Partners, con la European Space Agency , con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed ha rapporti con varie università nel mondo. E’ titolare di vari brevetti d’invenzione fra cui certamente il più importante quello su cui si basa D-Shape. Ha avuto numerosissimi riconoscimenti internazionali per il contributo innovativo portato dalla sua invenzione nel campo dell’Architettura.

 

Maria A. Perino, Thales Alenia Space

Vivere e lavorare nello spazio

In più di 50 anni di missioni spaziali l’uomo ha imparato a conoscere un ambiente molto diverso da quello terrestre e ha sviluppato soluzioni tecnologiche che gli permettono di poter vivere e lavorare nello spazio con permanenze sempre più lunghe. L’International Space Station è diventata un vero e proprio laboratorio dove team di astronauti vivono e lavorano quotidianamente. La sfida successiva, condivisa dalle principali Agenzie Spaziali Internazionali, è il ritorno dell’uomo sulla Luna e la sua discesa su Marte. L’esperienza maturata a Torino da Thales Alenia Space con la costruzione dei moduli abitati per l’International Space Station – MPLM, Columbus, Nodi 2 e 3, ATV e Cupola – e con missioni scientifiche nel sistema solare come Integral, Rosetta, Mars Express, Venus Express, Bepi Colombo ed Exomars, ci permette di avere una responsabilità industriale di primo piano nell’elaborazione degli scenari di esplorazione e delle soluzioni tecnologiche necessarie.

Bio

Si laurea in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Torino nel 1985, e frequenta la prima Sessione dell’International Space University presso l’M.I.T., Boston, USA nel 1988, diventando parte del corpo docente. Dal 1986 lavora in Thales Alenia Space a Torino come Program Manager dei principali programmi nazionali ed europei legati all’esplorazione come ExoMars, Mars Sample Return, e l’Aurora Core Program. Attualmente è direttore Marketing & Sales dei programmi ESA di Esplorazione e Scienza. E’ coordinatrice del progetto STEPS – Sistemi e Tecnologie per l’EsPlorazione Spaziale – co-finanziato dalla Regione Piemonte, per il quale Thales Alenia Space Italia è capofila di un gruppo di partners comprendente il Politecnico di Torino, l’Università di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e 24 PMI della filiera torinese. Autrice di numerose pubblicazioni e report, Maria Antonietta è Co-Editor di Acta Astronautica. Membro di diversi comitati scientifici in campo spaziale e del EuroScience Open Forum (ESOF), è stata Vice-President nel Bureau dell’International Astronautical Federation, è membro dell’Académie de l’Air et de l’Espace francese e dell’International Academy of Astronautics.

 

Lanfranco Zucconi, Presidente AIPAS

L’inserimento dei giovani nell’industria aerospaziale
Lo spazio un tempo sinonimo di esplorazione e tecnologia è oggi divenuto un settore strategico in cui si incontrano la competitività industriale e la capacità di offrire servizi. Questo binomio ha creato una connotazione socio economica dello spazio ed ha attirato l’attenzione di paesi e di imprese che, sempre più numerosi, hanno iniziato ad investire sviluppando una vera e propria “economia dello spazio”. Secondo l’ultimo rapporto OCSE 2014 lo spazio occupa circa 900.000 addetti in tutto il mondo, che generano un fatturato di 256 Miliardi di dollari, dei quali 150 Miliardi per servizi, telecomunicazioni, e televisione, navigazione osservazione della terra. Sebbene lo spazio sia ritenuto una attività costosa la spesa pro-capite degli stati è molto bassa. Il governo USA che guida la classifica con un investimento nelle attività spaziali di circa 50 miliardi di dollari l’anno, spende in realtà lo 0,3% del suo PIL. In realtà lo spazio non è cambiato molto negli ultimi anni, con una crescita lenta se paragonata ad altri settori ad alta tecnologia come ad esempio l’informatica o la telefonia mobile. In particolare lo spazio istituzionale nelle sue articolazioni non ha subito nel tempo un significativo cambiamento, rimanendo conservativo in un settore che tutti ritengono istintivamente ai confini dell’innovazione. Pochi esempi negli USA, in Europa e pochissimi in Italia stanno dimostrando che è possibile anzi necessario introdurre dei cambiamenti per ricercare una dimensione efficace per rendere sostenibili le attività spaziali. Purtroppo nonostante alcune iniziative di promozione di investimenti privati negli USA, lo spazio ha ancora bisogno di uno stato orientato a sostenerne lo sviluppo con concreti investimenti. Nonostante le difficoltà economiche degli ultimi anni le attività spaziali sono destinate a crescere e svilupparsi “una grande opportunità per i giovani”. Attraverso l’inserimento dei giovani nelle aziende ma anche nelle istituzioni preposte alle attività spaziali sarà possibile introdurre quei cambiamenti necessari per lo sviluppo di infrastrutture spaziali sostenibili e di servizi che il mercato del futuro richiederà.

Roberto Angelini, Thales Alenia Space

Rientro dall’orbita in atmosfera: il progetto Intermediate eXperimental Vehicle (IXV)

L’11 Febbraio del 2015 l’Europa lanciava con successo dal Centro Spaziale Europeo in Guyana Francese il veicolo IXV (Intermediate eXperimental Vehicle). Dopo la separazione dal razzo VEGA, IXV percorreva in completa autonomia più di 34’000 chilometri ed effettuava un rientro atmosferico a più di 7.5 chilometri al secondo in linea con tutti i parametri di missione attesi ed effettuando un ammaraggio nominale nell’Oceano Pacifico a poche centinaia di metri dal punto previsto ove veniva recuperato dalla nave appoggio. L’IXV è un dimostratore tecnologico avanzato che ha effettuato sperimentazione in volo di tecnologie abilitanti per il rientro atmosferico, fornendo un significativo avanzamento rispetto alle precedenti esperienze di volo in Europa, consentendo di consolidare la posizione autonoma dell’Europa nell’ambito strategico dei veicoli da rientro. La missione è stata particolarmente significativa in quanto per la prima volta l’Europa si impegnava nel design, sviluppo, costruzione, assemblaggio, validazione, prove e qualifica a terra e in volo di un veicolo da rientro “lifting body” controllato da un sistema di guida navigazione e controllo avanzato che sfruttava l’effetto combinato di propulsori e superfici aerodinamiche. IXV inoltre integra a livello di sistema tecnologie critiche e abilitanti per il rientro atmosferico ponendo una attenzione particolare alla sperimentazione aerodinamica e aero-termodinamica, inclusa la strumentazione avanzata per l’investigazione dei fenomeni aero-termodinamici, le protezioni termiche e le strutture calde oltre che alla già menzionata guida navigazione e controllo avanzata. Il volo di IXV è stato di assoluto successo centrando tutti gli obbiettivi di missione, consentendo di recuperare come pianificato, oltre al veicolo da rientro, anche una gran mole di dati sperimentali dai più di trecento sensori installati a bordo. Sia il veicolo che i dati sperimentali sono in questo momento oggetto di investigazione. Nell’ambito di questa eccezionale missione Europea guidata dall’Agenzia Spaziale Europea, considerando la forte partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana al progetto IXV, il ruolo di Prime Contractor per l’intero progetto svolto da Thales Alenia Space Italia alla guida di un consorzio di più di 40 aziende europee ed internazionali, l’utilizzo del vettore VEGA sviluppato in Italia per il lancio dell’IXV, la presenza a Torino del Centro di Controllo Missione nelle infrastrutture di ALTEC e l’utilizzo per il recupero del veicolo della nave Italiana “Nos Aries”, si può ben affermare che l’Italia ha svolto un ruolo da assoluta protagonista.

Bio

Si laurea in Ingegneria Aeronautica presso il Politecnico di Torino nel 1996. Dopo una breve esperienza lavorativa presso la Moreggia Costruzioni Aeronautiche entra nel 1997 in Thales Alenia Space a Torino lavorando come membro del team di sistema sullo sviluppo e costruzione del Nodo 2 e Nodo 3 della Stazione Spaziale Internazionale occupandosi della logistica e della manutenzione in orbita dei moduli. Dal 2004 , come System Engineering Manager (responsabile tecnico) si occupa di veicoli da rientro e di rientro atmosferico partecipando ai principali studi Europei (AREV, HSTS, Clipper, ATV Evolution, CARV, M&M, FLPP). Nel 2006 è nominato System Engineering Manager del progetto IXV (Intermediate eXperimental Vehicle) di cui segue tutta la fase di design, sviluppo, costruzione, assemblaggio, test e qualifica diventandone nel 2013 Program Manager fino alla positiva esecuzione del volo e rientro atmosferico effettuato nel Febbraio del 2015 e successive investigazioni scientifiche post volo. Attualmente ricopre l’incarico di responsabile del dipartimento di System Engineering Management del dominio Infrastrutture Esplorazione e Scienza ed è deputy del Direttore dell’Ingegneria per tutti i programmi operativi del Dominio.

Luca Rossettini – D-Orbit

Creare Spazio al Futuro – Un approccio concreto ed efficiente al problema dei Detriti Spaziali

Lo spazio è l’ideale estenzione delle ambizioni dell’uomo che, dopo aver esplorato e utilizzato a suo beneficio le risorse terrestri (terra, mare e aria) sta guardando al cosmo per proiettare la società moderna nel futuro. Di fatto, moltissimi dei servizi e delle tecnologie che utilizziamo ogni giorno dipendono in modo diretto o indiretto dagli assett spaziali: metereologia, comunicazioni, osservazione della Terra, agricoltura, navigazione satellitare e sicurezza dei cittadini sono solo alcuni degli esempi più evidenti. Tuttavia, nonostante l’era spaziale sia ancora ai suoi albori, la sostenibilità delle attività spaziali è già in pericolo. Dal lancio dello Sputnik nel 1957, sono stati lanciati nello diversi migliaia di satelliti e stadi di lanciari, di cui solo poco più di 1200 sono utilizzati e operativi, mentre moltissimi altri (circa 4500) sono inoperativi e vagano incotrollati, a cui vanno ad aggiungersi circa 13000 frammenti più grandi di 10 centrimetri e diversi miliardi di frammenti di dimensioni più piccole. Questa nuvola incontrollata di detriti è una minaccia grandissima per gli operatori satellitari e, in ultima istanza, per tutti noi utilizzatori di tecnologia spaziale, in quando le collisioni reciproche rischiano di mettere a repentaglio le costose e preziose infrastrutture spaziali. La comunità spaziale internazionale ha denunciato da tempo questo pericolo, e regolamentazioni nazionali e internazionali già intimano gli operatori satellitari ad assumere comportamenti più rispettevoli dell’ambiente spaziale e degli altri satelliti operativi. Tuttavia, la mancanza di tecnologie efficaci per la rimozione sicura dei satelliti a fine vita impedisce la riduzione del rischio di collisioni orbitali. D-Orbit è leader nella produzione di innovativi sistemi propulsivi per la rimozione rapida e sicura di satelliti e dei stadi di lanciatori, e nello sviluppo di piccole piattaforme satellitare pulite capaci di auto-rimuoversi alla fine della loro vita operativa. Queste tecnologie garantiscono una efficiente mitigazione del problema dei detriti spaziali, in comformità con le regolamentazioni vigenti, e garantendo agli operatori satellitari una riduzione dei costi operativi e dei rischi legati alla fase finale della vita dei loro satelliti.

Bio

Dr. Luca Rossettini ha conseguito un Master in Ingegneria Aerospaziale presso Politecnico di Milano e, successivamente, presso lo stesso Ateneo, un Dottorato di ricerca in Propulsione Spaziale Avanzata. Presso il Blekinge Institute of Technology in Svezia, ha ottenuto un Master in Leadership Strategica per la Sostenibilità. Nel 2010 ha ottenuto un Certificato in Technology Entrepreneurship dall’Università di Stanford in partenariato con la University of California Berkeley e Santa Clara University in California. Fulbright BEST alumnus, è co-fondatore di IRTA (istituto per lo sviluppo di tecnologia per i sistemi di visione e slow-motion tracking avanzati per aziende e centri di ricerca), e co-fondatore di The Natural Step Italia, un’organizzazione che offre consulenza alle aziende interessate nella definizione di obiettivi consapevoli e nell’utilizzazione di tecnologie innovative per una loro evoluzione sostenibile.

Nel 2009, Luca Rossettini si qualifica tra i primi 200 aspiranti astronauti europei. Dopo aver lavorato presso la NASA Research Center, Luca ha fondato D-Orbit in Italia nel 2011.

 

Franco Fossati, Aviospace

Volo spaziale umano: presente e prospettive

Si presenterà una carrellata delle principali tecnologie qualificanti per il volo spaziale umano e per la permanenza prolungata di astronauti in assenza di gravità ed esposti alle condizioni ambientali dello spazio profondo. Verrà data enfasi a quanto ancora manca per concretizzare tali missioni, indicando – ove disponibili – le tendenze attuali.

Bio

Franco Alberto Fossati (born in Italy in 1963, MoS in Nuclear Engineering in 1988). In 1989 he joined the Mechanical Design Department of Space Systems Group of Aeritalia (now Thales Alenia Space Italia), assuming increasing responsibilities in the fields of manned systems and then re-entry and hypersonic vehicles (being thermo-mechanical responsible of the FESTIP system). He covered increasing responsibility in all the manned compartment designed in Europe for the ISS (Columbus, MPCV, ATV) arriving to the full responsibility of the mechanical system for the CUPOLA segment. In 2004 moved to the Advanced Projects Office as responsible of the space transportation and entry vehicles, charged with the R&D activities related to such vehicles, e.g. hot structures, nanotechnologies applied to space and health management systems. In 2006 member of the experts committee supporting the National Committee for the Bio-nanosecurity responding to the Italian Prime Minister. In the timeframe 2007-2010 he was member of the Finmeccanica’s Community of materials in the role of champions of Thales Alenia Space for the nanotechnologies. In 2008 was appointed with the responsibility of nanotechnology products, establishing a laboratory dedicated to nanotechnology. Since 2010 he’s head of the engineering of Aviospace, Italian subsidiary of AIRBUS DEFENCE AND SPACE – Space Systems. In the actual role he’s responsible of all the activities related to research, development, design and verification of space transportation and exploration systems.

Giacomo Cao, Università di Cagliari

Produzione di materiali per il sostentamento di missioni umane su Luna e Marte mediante l’utilizzo di risorse disponibili in-situ

L’intervento prevede la descrizione delle tecnologie recentemente sviluppate che sono state oggetto delle seguenti domande di brevetto:


G. Cao, A. Concas, G. Corrias, R. Licheri, R. Orrù, M. Pisu and C. Zanotti, “Fabrication process of physical assets for civil and/or industrial structures on the surface of Moon, Mars and/or asteroids”, Patent 10453PTWO, Applicant: Università di Cagliari and Italian Space Agency, Italy, 28/07/2011.


G. Cao, A. Concas, G. Corrias, R. Licheri, R. Orrù and M. Pisu, “A process for the production of useful materials to sustain manned space missions on Mars through in-situ resources utilization”, Patent PCT/IB2012/053754, Applicant: Università di Cagliari, CRS4 and Italian Space Agency, Italy, 24/07/2012.

Elena Cecconi e Tim Carey

Magia e Mito, Sognando lo Spazio

Il programma presentato è incentrato sul Racconto. Un racconto che ci parla della luna, della magia, del mito ed infine di Spazio e di storie di fantascienza. Un racconto incentrato sull’Umanesimo, sul percorso emotivo e culturale della civiltà fino all’elaborazione immaginifica di un futuro non cosi lontano dalla realta! Il programma proposto vuole percorrere e far vibrare stati d’animo ed emozioni, dal mondo antico ai nostri giorni….Norma si rivolge alla luna invocando luce ed energia….Debussy e Jolivet interpretano il mondo antico denso di incanto e magia ed in stretta relazione con l’equilibrio cosmico universale attraverso il moderno linguaggio musicale ricco di sonorità aderenti al mito ed al sogno…….Undine è una creatura acquatica che insegue l’impossibile amore umano….infine i temi di Devoti, Buss e Williams così evocativi delle tematiche, degli aneliti e delle storie da cui prendono spunti e slanci. Un percorso inusuale per evocare la grande eredità Umana nel futuro che già viviamo…

Bio

Elena Cecconi , flautista, si è diplomata in Italia con il massimo dei voti e si è perfezionata a Vienna con W.Schulz dove ha seguito anche i corsi di musica antica con E. Melkus. Titolare della Cattedra di Flauto presso il Conservatorio di Genova, tiene Masterclasses, e si esibisce in Flute Conventions come Guest artist e Recitals in Italia, Europa (Germania, Austria, Polonia, Svizzera, Spagna, Portogallo,Turchia, Grecia, Romania, Russia), Giappone, Brasile, Argentina, Costa Rica, Thailandia, Stati Uniti ( Louisiana, Mississippi, Florida, Illinois, Georgia). Nel 1996 ha fondato l’Ensemble La Variazione.Vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali quali Palmi, Caltanissetta, Galicia-Spagna, Primo Flauto presso Orchestre Sinfoniche e Liriche), è stata Primo Flauto Solista nelle Orchestre di Palermo-EAOSS, Parma-Toscanini, Venezia-Fenice ed ha inciso per Ricordi , Bayer Records, Clarinet Classics,Tactus, Brilliant Classics, La Bottega Discantica, Urania records. Elena è Direttore Artistico di Space Renaissance, è Dama Magistrale dei Cavalieri di Malta e fa parte dei Donatori di Musica. Elena è Urania artist e suona un Flauto Haynes gold 14K appartenuto a S.Gazzelloni. www.elenacecconi.it

Tim Carey è un pianista e docente inglese la cui carriera si snoda attraverso variegati percorsi artistici, come solista, pianista da camera, e collaborazioni con grandi solisti e direttori. Tim”philarmonic”Carey, così è noto tra i musicisti che con lui collaborano, spazia in ogni repertorio con la stessa forza carismatica e profondità musicale davvero uniche. Dopo aver iniziato i suoi studi con Harold Parker, Louis Kentner, ha poi continuato al Royal College of Music di Londra con Kendall Taylor, David Parkhouse e Bernard Roberts ed ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.Attualmente si dedica ad accompagnare diversi solisti, soprattutto flautisti, anche in occasione di Festivals e Conventions in tutto il mondo. Ha inoltre collaborato come pianista con la London Symphony Orchestra, la Bournemouth Orchestras, la Philharmonia ed attualmente con la Ulster Orchestra in Irlanda del nord. Recentemente ha formato una Orchestra in Chelmsford. Tim Carey ha una intensa attivita come insegnante in Essex. La sua attività artistica ha portato Tim Carey in Europa, Israele, Malta, Russia, Scandinavia, Cina, Brasile, Australia, Giappone e negli U.S.A, dove è diventato il pianista prediletto dai flautisti collaborando ai corsi “Wildacres” in North Carolina, al flute symposium di Cincinnati ed in altri numerosi eventi flautistici ed è anche uno dei pianisti della Convention biennale della British Flute society.